In seguito alle recenti polemiche sulla gestione dell’Asl di Benevento si dimette il ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo accusando il governo di cui fa parte di non averla difesa adeguatamente, anzi di dice “offesa da chi sa che non ho fatto nulla e avrebbe dovuto spiegare perché era suo dovere prima morale e poi politico. Non posso restare in un governo che non ha difeso la mia onorabilità“.
L’ormai ex ministro Nunzia De Girolamo è nata nel 1975 a Benevento, il padre Nicola per anni è stato presidente del Consorzio Agrario della stessa città. Laureatasi in giurisprudenza all’Università La Sapienza di Roma inizia poco prima del 200o la sua militanza politica avvicinandosi subito a Forza Italia. Diviene coordinatrice dei giovani “forzisti” della sua città e nel 2006 si candida alle elezioni amministrative, ma senza successo, complice forse un tracollo dell’intero partito in quelle elezioni amministrative a Benevento. I primi contatti con il leader di Forza Italia risalgono al 2007 quando, a seguito di un incontro elettorale fu lo stesso Berlusconi a voler parlare con lei. Nel 2008 la prima candidatura di respiro nazionale nelle liste del Popolo della Libertà, candidatura fortemente voluta dallo stesso Berlusconi. Viene eletta e il suo attivismo la porta a diventare il leader del Popolo della Libertà sul territorio di Benevento. C’è anche del gossip, ma non riguarda l’interesse di questa testata interessata più all’operato “sul campo” delle persone.
In Parlamento conosce quello che poi diverrà suo marito nel 2011, l’on. Francesco Boccia (Pd), di origine pugliese. Con lui ha una bimba. Boccia è uno dei fedelissimi del premier, Enrico Letta che il 28 aprile 2013 le conferisce l’incarico di Ministro delle Politiche Agricole. Resta comunque fedele a Silvio Berlusconi. Con la scissione e la nascita del Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano la De Girolamo lascia Berlusconi e aderisce alla nuova formazione. Poi lo scoppio recentissimo del caso “Asl Benevento” e la sua decisione odierna che mina nuovamente il già fragile equilibrio di un governo di “larghe intese” e sempre più “piccoli piedini”.
Tanti i commenti di colleghi di partito e di governo ma su queste dichiarazioni, sinceramente come sempre standard preferiamo non soffermarci.
Luigi Asero